UGI - Il Giornale dell'UGI - PICCOLI PAZIENTI DI KIEV AVRANNO BISOGNO DI NOI

PICCOLI PAZIENTI DI KIEV AVRANNO BISOGNO DI NOI

La “Fondazione Soloterre” si occupa di loro: “Stiamo costantemente garantendo le terapie oncologiche ai 15 piccoli pazienti ricoverati presso l’Istituto Nazionale del cancro di Kiev. I bambini al momento stanno continuando le cure nel seminterrato dell’ospedale per proteggersi da eventuali bombardamenti. Con loro ci sono le famiglie, i medici e il primario del reparto”.

Mentre chiudiamo il numero di questo giornale il mondo affronta la terribile guerra in Ucraina, sottoposta all’invasione russa. Come andrà a finire, forse, lo sapremo quando uscirà il giornale. tempi sono purtroppo lunghi. Tuttavia, non possiamo far finta di nulla, non possiamo chiudere gli occhi, non possiamo girarci dall’altra parte. In queste precise e drammatiche ore bambini ucraini affetti da tumore, e in terapia oncologica, sono sotto le bombe che piovono su Kiev.

E ancora: “Altri bambini sono stati invece trasferiti nel reparto di oncologia pediatrica all’ospedale di Ternopil, più ad ovest rispetto a Kiev. Anche all’ospedale di Leopoli le cure per i bambini malati di leucemia continuano”. La casa accoglienza per questi bambini è in un seminterrato di Kiev: “Qui ci sono bambini che lottano per la loro vita contro il cancro e che ora devono lottare anche contro le follie di Vladimir Putin. Ma soprattutto sono bambini molto impauriti”.

L’UGI si è dimostrata disponibile e pronta ad accogliere le famiglie provenienti dall’Ucraina che sono state prese in carico dal Centro di Oncoematologia Pediatrica dell’OIRM e, in collaborazione con Sermig e Casa Oz, si occuperà di soddisfare i loro bisogni e le loro necessità. Paura, apprensione, incertezza, per questo era doveroso riportare il dramma dei bambini e delle famiglie ucraine. Forse tra qualche settimana sarà tutto finito e potremo dire che i piccoli pazienti sono tornati nei reparti degli ospedali infantili di Kiev. Quello che è certo è che avranno ancora bisogno di noi e per molto tempo.

Il giornale intanto, per questo numero, si è posto una domanda cruciale che riguarda il futuro delle bambine sottoposte a chemioterapia: potranno diventare un giorno madri? Fino a qualche anno sarebbe stato impossibile dare una risposta confortante, oggi c’è la tecnica del “fertility sparing”. Ovvero, come riportato nell’articolo di apertura: “Il tessuto ovarico, asportato in laparoscopia mediante un intervento mini-invasivo, viene crioconservato, cioè conservato a temperature bassissime in laboratori specifici, fino a che sarà poi reimpiantato con trasposizione ovarica”.

La dimostrazione che la scienza non finisce mai di stupirci. Con ricercatori e medici che ci indicano la strada. E mai come in questo caso specifico, possiamo dire che il futuro è già adesso.